top of page

Studio legale

le news giuridiche sul sito dello studio legale Drago & Pavone

Cosa sono le nostre News Giuridiche

Il nostro studio legale, inoltre, è attento anche alle novità nel mondo giuridico e non solo, offrendo ulteriori spunti di riflessione su tematiche che interessano tutti, sia come cittadini che come collettività.

1

CASSAZIONE - GLI AUTOVELOX DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A VERIFICHE PERIODICHE

Roma, 18 luglio 2024
La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Seconda Civile, con l’Ordinanza n. 19732, ha ribadito l’importanza delle verifiche periodiche di funzionalità e taratura per le apparecchiature di misurazione della velocità. Questa decisione arriva a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 45, comma 6, del D.Lgs. n. 285 del 1992 (Corte Cost. n. 113/2015), che impone tali verifiche per garantire l’affidabilità dei dispositivi.

In caso di contestazioni sull’affidabilità degli apparecchi, i giudici sono obbligati a verificare se le verifiche siano state eseguite. Non è sufficiente che l’apparecchiatura sia omologata; è necessaria la prova della taratura periodica, che deve essere fornita dall’amministrazione che ha emesso la contestazione. Questa prova non può essere sostituita da altri mezzi se non dalle certificazioni di omologazione e conformità.

La Corte ha chiarito che il verbale di contravvenzione non costituisce prova sufficiente del corretto funzionamento dell’apparecchio, in quanto non ha fede privilegiata sulla percezione sensoriale degli agenti al momento della rilevazione della velocità. Tale decisione rafforza la tutela dei diritti degli automobilisti, garantendo che le multe siano basate su rilevazioni accurate e verificate.

Questa ordinanza, richiamando precedenti sentenze (Cass. n. 533/2018, Cass. n. 14597/2021, Cass. Sez. 2 n. 6579/2023), sottolinea la necessità di dimostrare con apposite certificazioni il corretto funzionamento degli strumenti di misurazione, indipendentemente dalla modalità operativa degli stessi, automatica o con operatori presenti.
 

Il documento è reperibile sul sito JURANEWS cliccando sul seguente link:
---SENTENZA--

2

NON RIMANERE IN SILENZIO!!!
LEGGE 69/2019 (cosiddetto Codice Rosso)


La legge n. 69/2019 (c.d. CODICE ROSSO) costituisce il frutto dell'evoluzione culturale in materia di contrasto alla violenza di genere.
La diffusione della violenza di genere e domestica ha spinto il legislatore verso un più rigoroso apparato normativo che prevede un'accellerazione per l'avvio del procedimento penale per alcuni reati tra cui #maltrattamenti in famiglia, #stalking e #violenza sessuale, con l'effetto che possono essere adottati più celeramente provvedimenti di protezione delle vittime.
Il CODICE ROSSO codifica 4 nuovi reati:
1. il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate;
2. il reato di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso;
3. il reato di costrizione o induzione al matrimonio;
4. la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa

3

La dubbia compatibilità tra il reato continuato e la particolare tenuità del fatto ex art. 131 bis c.p.

Articolo pubblicato sulla rivista "cammino diritto" il 4 luglio u.s..
LEGGI L'ARTICOLO SUL SITO DELLA RIVISTA CLICCANDO QUI

4

Carceri, il garante dei detenuti della Campania: «Misure alternative a detenzione contro suicidi»

Anche il presidente del Consiglio regionale Oliverio si espone: «La strategia politica nazionale dovrebbe guardare con un occhio più attento alle vicende umane e carcerarie»

​​

«Per prevenire e contrastare il dramma dei suicidi e degli atti di autolesionismo nelle carceri occorre contrastare il sovraffollamento, rafforzare la presenza di psicologi, psichiatri, assistenti sociali ed educatori, migliorare le prestazioni sanitarie, aumentare le attività educative e ricreative e, soprattutto, favorire l’adozione di misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova, la detenzione domiciliare e altre forme di pene non detentive, riservando la detenzione in carcere ai casi più gravi, garantendo, comunque, un percorso di rieducazione e di reinserimento nella società». Lo ha detto il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania, Samuele Ciambriello, questa mattina in conferenza stampa nella sede del Consiglio regionale della Campania con il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero e il Garante cittadino di Napoli don Tonino Palmese.

Ciambriello ha presentato il dossier "Morire in carcere" contenente un aggiornamento dei dati sui suicidi nelle carceri campane. «In Campania - ha spiegato Ciambriello - si sono verificati complessivamente 6 suicidi dall’inizio dell’anno, di cui 3 a Poggioreale, uno a Secondigliano, uno a Carinola e uno ad Ariano Irpino. Inoltre, si sono verificati 6 suicidi tra gli agenti di Polizia penitenziaria. Ad oggi i rimedi previsti dal Governo con il Decreto Legge per l’umanizzazione delle carceri appaiono insufficienti per fermare questo dramma».

Il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero ha annunciato «una seduta monotematica del Consiglio, alla ripresa autunnale dei lavori consiliari, sulle problematiche del mondo carcerario in Campania e, in particolare, sul problema dell’assistenza sanitaria nelle carceri, per dare vita ad una giornata di lavoro che, partendo dai dati raccolti dal Garante nel proprio dossier, possa tradursi in iniziative nei confronti del Governo centrale affinché intervenga per contrastare il sovraffollamento delle carceri, per adottare misure alternative al carcere e per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. La strategia politica nazionale dovrebbe guardare con un occhio più attento alle vicende umane e carcerarie, da parte nostra c’è l’impegno a sostenere la sanità carceraria che, però, sconta il dramma della carenza di medici in tutta la regione».

Secondo don Tonino Palmese «occorre puntare su una forte azione di vera umanizzazione delle carceri e su percorsi alternativi alla detenzione, anche favorendo un coinvolgimento più diretto e concreto della magistratura di sorveglianza nelle carceri, affinché le situazioni dei detenuti vengano affrontate non solo per via documentale ma in presenza, tenendo ben presenti le loro esigenze umane».

​

Fonte: "Il Dubbio" Quotidiano di informazione politica e giudiziaria

redatto e pubblicato il 9 luglio 2024

5

«Intercettazioni: il diritto di cronaca non può schiacciare quelli della persona»

​​​​​​Parla Salvatore Sica, giurista dell’Informazione: «A mio parere L’approccio del Garante della privacy è corretto: il “servizio all’Uomo” è il limite insormontabile anche per lo sviluppo digitale»

​

Tutelare i diritti veramente fondativi della libertà personale e sociale. È uno dei principali obiettivi perseguiti dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, presieduta da Pasquale Stanzione. Tanti i temi emersi in occasione della presentazione della relazione annuale del Garante della privacy, due giorni fa alla Camera, valutati positivamente da Salvatore Sica, avvocato, ordinario di Diritto pubblico nell’università di Salerno e giurista dell’informazione.

«Sta prendendo piede – dice al Dubbio il professor Sica - un processo che vale la pena prendere molto in considerazione. Si sta andando dalla stagione del “tecno-entusiasmo” aprioristico verso la determinazione di limiti sorretti da scelte valoriali: rete, Intelligenza artificiale e quanto ancora ci riserverà l’innovazione sono serventi rispetto alla persona umana e tali devono restare. Sembra poco o banale, ma è un passo avanti straordinario per chi, fino a poco tempo fa, sostenendo queste tesi, era accusato di liberticidio o neo-luddismo».​

​

Professor Sica, la relazione del Garante della privacy ha illustrato i diversi fronti sui quali è stata impegnata l’Autorità in un anno caratterizzato da interventi in ambiti fortemente innovativi. Le persone devono essere sempre al centro di ogni intervento, a partire da quelli legislativi, per preservarle anche da alcuni attacchi e tutelarne la dignità. Cosa ne pensa?

​

La relazione 2023 del Garante della privacy è ricca di spunti di interesse sociale, culturale e politico. Vorrei partire dal titolo: “Una protezione dei dati per un’innovazione antropocentrica”. La cifra del contributo del Garante, infatti, è proprio la centralità della persona e delle sue prerogative e, con particolare riguardo all’Intelligenza artificiale, l’indispensabile ed inevitabile controllo umano sulla tecnologia. L’approccio, molto corretto, a mio avviso, non è di ostacolo all’innovazione tecnologica, che, del resto, sarebbe impresa vana, ma di riaffermazione dei valori basilari non negoziabili rispetto ai quali anche il progresso delle possibilità tecnologiche deve fermarsi. In altre parole, il “servizio all’Uomo” è il limite insormontabile anche per gli sviluppatori tecnologici. Molto efficace il richiamo alle parole di Papa Francesco, che invita a temperare l’algocrazia con l’algoretica.

​

Non sono mancati neppure dei riferimenti che hanno segnato la storia dell’umanità...

 

Bellissimo il riferimento all’uso dell’AI nelle strategie belliche, che il Garante segnala come “momento Oppenheimer”. Effettuare un bombardamento preceduto dall’analisi algoritmica, che, tuttavia, contempla il margine di errore, è assimilabile all’introduzione dell’atomica, nella misura in cui la “variabile umana” è un fattore di calcolo e non un discrimine morale. Così come è già attuale il tema che la manipolazione algoritmica dell’informazione diventa il terreno di una nuova guerra fredda, questa volta planetaria.

​

Il Garante ha fatto un’analisi settoriale, che tra l’altro, rende conto degli interventi dell’Autorità per la protezione dei dati personali nello scorso anno. Il paragrafo dedicato alla giustizia e al digitale è caratterizzato da alcuni passaggi significativi. Ci sono motivi di preoccupazione per quanto riguarda il versante giudiziario?

 

La telematizzazione del processo impone l’innalzamento delle misure di protezione dei dati raccolti, soprattutto perché i dati giudiziari, con le loro molteplici implicazioni, sono a tutti gli effetti, “dati supersensibili”. Nello stesso ambito il Garante sottolinea, con coraggio, i guasti che possono derivare dall’uso “a strascico” del trojan. Del pari segnala che le prerogative dei soggetti captati o intercettati devono prevalere sulla divulgazione, soprattutto quando essa non è strumentale all’informazione, ma alimenta forme di gossip o speculazione politica. La proposta è dunque nel senso della pubblicabilità dei soli contenuti riprodotti dal giudice nei propri provvedimenti, purché pertinenti a soggetti coinvolti direttamente nel processo.

​

I dati sanitari richiedono una maggiore tutela? Rappresentano un versante scoperto che richiede una adeguata e uniforme copertura normativa?

​

Sui dati sanitari il Garante ha pronunziato parole decisive: non si può confondere la biologia con la biografia, nel senso che la raccolta di dati sanitari non deve condurre alla categorizzazione delle persone, che finiscono per essere identificate non come tali ma in base alle loro patologie o caratteristiche biologiche. Sul punto sono stati richiamati gli opportuni interventi sul cosiddetto oblio oncologico. Molto chiaro anche il senso delle osservazioni sull’introduzione del fascicolo sanitario elettronico, messo sotto osservazione soprattutto per la sua attuazione nelle diverse regioni. Il valore chiave è l’uniformità del trattamento, non sono ammissibili “vie regionali” all’applicazione della disciplina, perché la salute non tollera disparità di trattamento in base al luogo di residenza.

​

Sempre più spesso la rete è utilizzata per alimentare l’odio, che prende forma in diversi modi, e crea una prateria in cui gli odiatori seriali possono muoversi liberamente. C’è da preoccuparsi?

 

Reputo fondamentale il richiamo ad alcuni casi di “abuso della rete e dei social”. Si pensi ad Asia, la ragazza insultata in rete perché malata. A tal riguardo il Garante ha segnalato il fenomeno della violenza digitale, causa ed effetto, in un circolo perverso, della “micro-celebrità” che assicura il web, con un doppio gravissimo rischio: l’offesa alle persone e lo sdoppiamento della personalità, reale e virtuale, con prevalenza della seconda.

 

 

Fonte: "Il Dubbio" Quotidiano di informazione politica e giudiziaria

redatto da Gennaro Grimolizzi e pubblicato il 4 luglio 2024

6

Giovane detenuto si toglie la vita nel carcere di Paola: 49 suicidi dall’inizio dell’anno 

Il recluso si è impiccato nella sua cella. Gli agenti penitenziari hanno scoperto il decesso durante il giro di controllo della notte.

Il mese di luglio si apre con il 49esimo suicidio in carcere. Nella notte, secondo quanto riferiscono fonti di polizia penitenziaria, un giovane detenuto si è tolto la vita all’interno della casa circondariale di Paola, comune situato lungo la Costa tirrenica cosentina, dove era stato trasferito da una decina di giorni.

Il recluso si sarebbe impiccato nella sua cella. La scoperta è stata fatta dagli agenti penitenziari durante il giro di controllo della notte. L’istituto penitenziario ha informato i familiari dell’accaduto. Una situazione drammatica quelle delle carceri italiane che necessita di provvedimenti urgenti.

​

Fonte: "Il Dubbio" Quotidiano di informazione politica e giudiziaria

bottom of page